Tra fertilizzanti, colture e genetica l’innovazione traina l’agricoltura
2024-04-11
Educazione finanziariaAlla fine si è risolto tutto a tarallucci e vino. All’italiana. Prima i grandi annunci, quindi il compromesso e infine la resa alla convenienza. Così anche l’ultimo spauracchio per la gestione allegra delle finanze di buona parte delle squadre di serie A è andato a farsi benedire.
Manca l’annuncio ufficiale, quello arriverà nel Consiglio federale di martedì 26 aprile, ma l’indice di liquidità - il rapporto tra attività (ad esempio i crediti a 12 mesi maturati dalla cessione di un calciatore) e passività correnti (debiti a 12 mesi maturati per acquistare un giocatore) che esprime il grado di solvibilità di un'impresa valutandone il rischio a breve termine di non riuscire ad onorare i propri impegni di pagamento- sarà ulteriormente abbassato. Si è passati dallo 0,7 - che già veniva considerato una concessione - allo 0,5. In pratica, per iscriversi al prossimo campionato sarà necessario che gli attivi siano in grado di coprire almeno il 50% delle spese. Da ricordare che la soglia nel 2020-21 era allo 0,8.
IL TAVOLO TECNICO
Con il tetto allo 0,6 c’erano almeno tre squadre - Genoa, Sampdoria, Lazio - erano a rischio iscrizione, così invece con piccoli sacrifici riusciranno tutte a salvarsi. Si ipotizza che le 7 squadre messe peggio, con piccole operazioni - nel peggiore dei casi dovranno incrementare gli introiti per 10 milioni di euro - riusciranno a sanare le loro posizioni. Anche perché nel tavolo tecnico che si è tenuto ieri in Federlcalcio (c’erano tra i consiglieri federali Marotta, Lotito, Chiavelli (Napoli), Marino (Atalanta), Romei (Samp) e Peri (Spezia) oltre al segretario generale della Figc Marco Brunelli - ha preso piede l’idea di un ulteriore sconto, equivalente al valore del 25% del parco giocatori, per ridurre l’ammontare della liquidità da dover avere in cassa.
LA SPACCATURA
I club morosi esultano, quelli virtuosi invece gridano allo scandalo. «Senza entrare nel merito di singoli casi per ovvie ragioni e parlando da giurista e da ordinario del settore - spiega Francesco Fimmanò ex membro della Corte d'Appello Figc ed ex vicepresidente della Corte dei Conti -, la gestione effettiva di temi importanti come plusvalenze e indici di liquidità è da barzelletta. Si tratta di questioni risolvibili con grande efficacia e facilità ma non si vogliono risolvere. Si fanno regole per non farle rispettare tali da produrre poi pantomime come quelle che abbiamo appena vissuto. Parliamo di un settore ormai rilevantissimo dell'economia gestito in modo dilettantesco come se fossimo negli anni 50».
Che il mondo del calcio abbia un problema di credibilità - anche dopo la farsa sulle plusvalenze - è sotto gli occhi di tutti, in pochi però fanno proposte concrete per invertire la rotta. «È il momento - continua il giurista - di varare una Autorithy pubblica indipendente di regolazione del settore e non lasciare a logiche di assemblee di condominio questioni del genere. Non ci lamentiamo poi se ogni anno perdiamo posizioni nel rating economico e sportivo.
Stiamo abdicando a ruoli di primo piano in una industria che diventerà uno delle più importanti del mondo con l’alibi che si tratta di uno sport e non di una industria. L'indice di liquidità esiste solo sulla carta».