2024-07-26
L’oro italiano vale come quattro Usa. Giacarta premia gli atleti in vacche
Ogni nazione ha le sue ricompense per chi eccelle: in Svezia e Uk c’è solo la gloria, in Corea del Sud la dispensa dal militare mentre in Polonia vacanze e appartamento. Poi i soliti arabi: 1,2 milioni a trionfo. Lasciamo che sia la mitologia a venirci incontro. Quando il giovane Paride, allontanato dalla casa reale di Troia e allevato dal pastore Agelao, si presentò ai giochi atletici organizzato da re Priamo senza svelare la sua identità, sconfisse persino il più quotato fratello Ettore e si assicurò il premio più goloso: essere riconosciuto dalla sua potente famiglia e accolto con gli onori del caso. Con le Olimpiadi parigine in partenza oggi, a qualche atleta potrebbe andare peggio. Dipende dalla bandiera per cui si batte. Prendiamo gli atleti indonesiani: già dopo l’edizione di Tokyo 2021, Greysia Polii e Apriyani Rahayu, vincitori della medaglia d’oro nel badminton, avrebbero ricevuto cinque mucche, una casa nuova, un ristorante specializzato nella preparazione di polpette stuzzicanti, oltre a un premio di circa 350.000 dollari in contanti. La ricompensa in bovini rievoca retaggi medievali. Chi possedeva un capo di bestiame, nella società feudale, era personaggio facoltoso e che non sarebbe morto di fame. «L’idea alla base è proprio quella di garantire un futuro agli atleti anche dopo le competizioni», fanno sapere dal governo indonesiano. Riempiendo loro lo stomaco pure con il ristorante di polpette, per coniugare imprenditoria e pancia piena. Noi italiani non siamo tanto lungimiranti, ma non pecchiamo di avarizia. Una medaglia d’oro per un atleta nostrano vale 180.000 euro, una d’argento 90.000, il bronzo 45.000. Queste le cifre stabilite dal Coni, molto più munifico delle federazioni di Gran Bretagna, Norvegia e Svezia. Per i campioni di quelle nazioni, tanta gloria, pacche sulle spalle, strette di mano, ma danèè minga, come si dice in terra lombarda. Gli americani, dovendo gestire un numero di medaglie spesso cospicuo, garantiscono 40.000 dollari per ogni primo posto. Una cifra simile a quella dei tedeschi, che però ricompensano fino a chi si piazza ottavo. Mentre in Giappone si viaggia sui 35.000 per l’oro, 21.000 per l’argento, 14.000 per il bronzo. Il resto è l’onore personale, che nel Paese del Sol Levante ha un peso specifico particolarmente rilevante. Più utilitaristica la promessa ai valorosi vincitori sudcoreani. A Seul, conquistando una medaglia, si ottiene pure la dispensa dal servizio militare, di solito obbligatorio per tutti gli uomini abili fino ai 28 anni. Una medaglia val bene un fucile, insomma. L’Austria in passato ha messo a disposizione monete filarmoniche dal valore di oltre 18.000 euro l’una: monete d’oro emblematiche, che prendono il nome dall’orchestra Filarmonica di Vienna, ben lieta di suonare la marcia di Radetzky per omaggiare i trionfatori. In Polonia i vincitori del titolo olimpico incassano 60.000 euro (e fino a 37.000 per il terzo posto) e un diamante come investimento a lungo termine. Ma non solo. Tra gli altri incentivi, un buono viaggio per due del valore di 23.000 euro, un quadro dipinto da artisti polacchi e un appartamento con due camere da letto nell’area metropolitana della capitale Varsavia. Mica male. Certo, non sono i livelli raggiunti dall’Arabia Saudita: se mai dovesse replicare il podio di Tokyo 2020 col karateka Tereg Hamedi (a quei tempi medaglia d’argento), potrebbe stanziare ben 1,2 milioni di euro di gratifica. Hong Kong stanzia circa 700.000 euro per chi riuscisse ad arraffare l’oro a Parigi; Singapore oltre 650.000 euro per i titoli individuali, 1,4 milioni per chi vince eventi a squadre (come le staffette) e 1,8 milioni per le squadre. L’Iraq, solo per aver raggiunto le qualificazioni alle Olimpiadi, ha fornito alla propria squadra di calcio e al sollevatore di pesi Ali Ammar Yasser un appezzamento di terreno, uno stipendio mensile e una ricompensa di oltre 7.000 dollari. Sembra di rievocare la ricompensa garantita a un legionario romano veterano dopo aver trionfato nelle Gallie. In altri casi si punta al raddoppio, come quando gli atleti ricevono ricompense sia dai loro governi, sia dalle federazioni nazionali e dagli sponsor: a Taiwan la medaglia d’oro viene premiata con 550.000 euro, oltre a un vitalizio mensile di circa 3.700 euro. Il governo indiano offre per l’oro circa 83.000 euro, in aggiunta ai 110.000 provenienti dall’Associazione olimpica indiana. Certo, la probabilità che un atleta indiano si collochi sul gradino più alto del podio in qualsiasi disciplina sportiva potrebbe essere analoga a quella del Frosinone di vincere uno scudetto ma mai dire mai, la sorpresa e il capovolgimento di fronte sono l’essenza delle competizioni agonistiche, un po’ come quando un certo Davide fece vedere i sorci verdi al quotatissimo Golia. Il Marocco questo lo sa e ha preso contromisure: vengono premiati gli atleti, a vari livelli, fino al trentaduesimo piazzamento in ogni disciplina.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».