2019-08-06
Biliardino, il gioco che nacque da una bomba
Lo inventò il poeta Finisterre, reso zoppo da una granata in guerra, non potendo più cimentarsi nel calcio. Federico Fellini e Luchino Visconti ne andavano pazzi, Davide Lippi rubò 1.000 lire al padre per farsi una partita. Due sindaci lo hanno vietato: troppo rumoroso.Sono 70 anni che il calcio balilla accompagna le estati degli italiani. Ce n'è sempre uno in ogni lido che si rispetti, nei bar in piazzetta o all'oratorio. Nato a inizio Novecento forse in Germania per mano di Broto Watcher, in Francia inventato da Lucien Rosemarie, più probabilmente in Spagna dove fu brevettato nel 1937 da Alejandro Campos Ramírez, un poeta meglio noto come Finisterre, in omaggio alla sua città natale. A rivendicare la paternità del calcetto da tavolo ci si misero pure l'inglese Harold Sea Thornton, che nel 1922 brevettò un «apparato per giocare un gioco di football», uno svizzero di nome Knicker e un ignoto artigiano italiano di Poggibonsi che nel 1936, pare, costruì alcuni prototipi. Di certo c'è che in Italia il biliardino prese piede nel 1949 grazie all'accordo fra Marcel Zosso, un francese di Marsiglia che voleva produrli in serie, e un costruttore di bare piemontese Renato Garlando, che smise di fabbricare casse per i morti per darsi al decisamente più divertente calcio balilla. Sembra che i primi operai ingaggiati furono i detenuti del carcere di Alessandria. Finisterre, morto nel 2007, era rimasto ferito nel 1936, in piena guerra civile spagnola, a causa di una bomba: «Adoravo il calcio ma ero diventato zoppo e non potevo più giocare… Soprattutto soffrivo nel vedere quei ragazzini, feriti o amputati, che non avrebbero più potuto giocare a pallone con gli altri bambini… Mi dissi: se esiste il tennis da tavolo dovrà allora esistere anche il calcio da tavolo! Mi procurai allora delle aste di ferro mentre un carpentiere basco rifugiato là, Javier Altuna, faceva le piccole figure in legno. Fece poi il terreno di gioco sempre in legno di pino credo, e la palla con un pezzo di sughero catalano. Questo permetteva un miglior controllo della palla: rendeva possibile bloccarla ma anche dargli un effetto…».Massimo Arcidiacono nel suo elogio funebre, sulla Gazzetta dello Sport, ricordava anche il resto della sua vita avventurosa: «Finisterre che registra l'invenzione, ma perde la documentazione mentre scappa all'estero per sfuggire al regime franchista di cui è convinto oppositore, si laurea in filosofia, si trasferisce in Sudamerica, per campare fa il muratore, l'imbianchino, il ballerino di tip tap, infine s'improvvisa editore di scrittori e poeti spagnoli anch'essi antifranchisti ed esuli (tra i quali Leon Felipe). Coinvolto in un colpo di Stato, rapito dai servizi segreti, dirotta l'aereo che lo riporta a Madrid, si rifugia a Panama. Una vita da Jack London, alla velocità di Lara Croft, che verrà ricordata per il più statico e disciplinato dei giochi, il calcio ricondotto al rigido 2-5-3 dalla vocazione fortemente offensiva. Un'invenzione, il calcio balilla, a suo modo poetica, come poeta fu Finisterre, che sopravvive alla sfida del tempo e dell'elettronica». Negli anni Cinquanta Finisterre finì in Guatemala dov'era solito battere Ernesto Che Guevara, che a biliardino era una schiappa, e farsi battere da sua moglie, Hilda Gadea, che in questo gioco era un asso.I primi biliardini altro non erano che dei cassoni con assi e giocatori di legno. All'epoca i calciatori avevano due gambe. Gli omini in plastica a piedi uniti videro la luce nel 1955 per favorire il passetto, ovvero il passaggio della palla tra due giocatori sulla stessa linea. Mossa severamente proibita solo in Italia. Vietati anche la manicciola, il tiro di prima intenzione del mediano centrale, con la palla appena messa in gioco e ovviamente la rullata, mossa concessa solo ai novellini. «Sono entrato in contatto con la Federazione italiana calciobalilla e ho scoperto che il biliardino non è per niente un gioco da ragazzini... Sono davvero convinto che il biliardino dovrebbe diventare una disciplina olimpica» (Antonello Venditti).Nel 2006, ad Amburgo, si disputava per la prima volta il Mondiale di calcio balilla con tavoli ufficiali. All'ultimo torneo che si è svolto i primi di luglio a Murcia, in Spagna, gli azzurri Simone Russo e Massimo Caruso hanno sconfitto in finale i connazionali Luigi Rosica e Luca Marrazzo aggiudicandosi il titolo di campioni mondiali nella specialità rollerball. Nel 2013 la nazionale paralimpica italiana di calcio balilla ha vinto il campionato del mondo. Tra gli appassionati del calcio da tavolo spiccano Emirati Arabi, Libia, Yemen, oltre a India, Canada, Australia e Stati Uniti. Solo negli Usa circa 2 milioni di americani giocano al calcio balilla almeno una volta alla settimana. Esistono cinque calcio balilla differenti: il tedesco Leonard, l'americano Tornado, il francese Bonzini, il Garlando che usano in Austria e Svizzera, e poi c'è il Revolution che è il più utilizzato e diffuso in Italia. Ogni modello ha maniglie diverse, il piano in vetro o in legno, gli omini più grandi o più piccoli a seconda della provenienza. Il Tornado ha tre portieri.In Italia ci sono più di 10.000 giocatori attivi, ma gli appassionati di calcetto sono almeno 150.000. Per una partita bastano 50 centesimi, da dividere in due o in quattro. Ricorda Alessio Spataro, fumettista, autore del libro Il Biliardino: «Ho cominciato a giocare (o meglio a perdere) a biliardino nel paese di mia madre, quando andavamo in vacanza dai miei nonni. Interi pomeriggi a giocare coi miei coetanei che spesso mi offrivano le partite in cambio di qualche mio disegno pornografico ricalcato dai fumetti per adulti da edicola».In Italia la Teckell dei fratelli Adriano produce biliardi in «cristallo extrachiaro temperato» o con «vasca diamantata». Tra i modelli più ambiti quello con stecche e giocatori ricoperti d'oro. Se un biliardino tradizionale costa fra i 300 e i 500 euro, per un modello della collezione Teckell ce ne vogliono almeno 10.500. Anche la Fas propone modelli lussuosi o personalizzati. Tra le creazioni più strane un biliardino commissionato dalla Pringle dove al posto dei mitici omini rossi e blu ci sono le patatine.Il calcio balilla più caro al mondo costa 80.000 euro. È stato realizzato dallo scultore Stéphane Cipre. Per assemblarlo ci sono voluti sei mesi, 100 chilogrammi di alluminio e pelle. Ogni dettaglio è scolpito a mano. In campo ci sono i grandi campioni di ogni epoca: Sergio Ramos, Messi, Puskas, Di Stéfano, Pelé, Cruyff e Maradona. Grande assente Cristiano Ronaldo. Quest'opera d'arte verrà prodotta solo in dieci esemplari per i più facoltosi.Tra gli appassionati di calcetto Pelè, Maradona e Zidane, che giocarono l'uno contro l'altro in una campagna Vuitton per il lancio di un babyfoot, lo chiamano così in Francia, con manopole in pelle bianca. Lello Arena che quando faceva Striscia la notizia, si concedeva con Enzo Iachetti e Antonio Ricci una partita ogni pomeriggio a biliardino nell'ufficio di Enzo Beccati, voce del Gabibbo. Dario Vergassola che con la comitiva di Zelig, dopo ogni show, si intratteneva a Milano in interminabili sedute di calcetto con i vari Claudio Bisio e Paolo Rossi. Poi a notte inoltrata ripartiva per La Spezia e, senza dormire, andava a lavorare. Dario Argento, figlio della fotografa, ritrattista delle dive, Elda Luxardo e di Salvatore Argento, che di mestiere promuoveva il cinema italiano all'estero, è cresciuto giocando a biliardino con Federico Fellini, Luchino Visconti, Elio Petri. Davide Lippi, pur di farsi una partita, rubò a suo padre Marcello 1.000 lire. Una bravata che gli costò cara: per punirlo il padre non gli rivolse parola per diverso tempo. Anche il socialdemocratico Ivo Josipović, ex presidente della Croazia, aveva una passione per il calcio balilla: nel suo ufficio ci piazzò un biliardino.Nel 2011 il sindaco di Villa D'Ogna (Bergamo) ha vietato il biliardino perché rumoroso. A Teggiano, nel Salernitano, chi vuole farsi una partita tra aprile e settembre dopo le 22 rischia una multa salata e l'arresto fino a 3 mesi. Da ottobre a marzo il coprifuoco scatta alle 20. In Turchia, dove il calcio balilla era vietato dal 1968 perché considerato d'azzardo, è tornato legale nel 2016. Fino ad allora chi giocava rischiava da 1 a 5 anni di carcere.«Il mio gioco aiuta la coordinazione tra la mano destra e quella sinistra. Soprattutto invoglia l'amicizia e il cameratismo, a differenza dei videogiochi, che favoriscono solo l'autismo» (Finisterre).
Antonio Tajani (Ansa)
Alla Triennale di Milano, Azione Contro la Fame ha presentato la Mappa delle emergenze alimentari del mondo, un report che fotografa le crisi più gravi del pianeta. Il ministro Tajani: «Italia in prima linea per garantire il diritto al cibo».
Durante le Giornate Contro la Fame, promosse da Azione Contro la Fame e inaugurate questa mattina alla Triennale di Milano, è stato presentato il report Mappa delle 10 (+3) principali emergenze alimentari globali, un documento che fotografa la drammatica realtà di milioni di persone colpite da fame e malnutrizione in tutto il mondo.
All’evento è intervenuto, con un messaggio, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha espresso «gratitudine per il lavoro prezioso svolto da Azione Contro la Fame nelle aree più colpite dalle emergenze alimentari». Il ministro ha ricordato come l’Italia sia «in prima linea nell’assistenza umanitaria», citando gli interventi a Gaza, dove dall’inizio del conflitto sono state inviate 2400 tonnellate di aiuti e trasferiti in Italia duecento bambini per ricevere cure mediche.
Tajani ha definito il messaggio «Fermare la fame è possibile» un obiettivo cruciale, sottolineando che l’insicurezza alimentare «ha raggiunto livelli senza precedenti a causa delle guerre, degli eventi meteorologici estremi, della desertificazione e dell’erosione del suolo». Ha inoltre ricordato che l’Italia è il primo Paese europeo ad aver avviato ricerche per creare piante più resistenti alla siccità e a sostenere progetti di rigenerazione agricola nei Paesi desertici. «Nessuna esitazione nello sforzo per costruire un futuro in cui il diritto al cibo sia garantito a tutti», ha concluso.
Il report elaborato da Azione Contro la Fame, che integra i dati dei rapporti SOFI 2025 e GRFC 2025, individua i dieci Paesi con il maggior numero di persone in condizione di insicurezza alimentare acuta: Nigeria, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh, Etiopia, Yemen, Afghanistan, Pakistan, Myanmar e Siria. In questi Paesi si concentra oltre il 65% della fame acuta globale, pari a 196 milioni di persone. A questi si aggiungono tre contesti considerati a rischio carestia – Gaza, Sud Sudan e Haiti – dove la situazione raggiunge i livelli massimi di gravità.
Dal documento emergono alcuni elementi comuni: la fame si concentra in un numero limitato di Paesi ma cresce in intensità; le cause principali restano i conflitti armati, le crisi climatiche, gli shock economici e la fragilità istituzionale. A complicare il quadro contribuiscono le difficoltà di accesso umanitario e gli attacchi agli operatori, che ostacolano la distribuzione di aiuti salvavita. Nei tredici contesti analizzati, quasi 30 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta, di cui 8,5 milioni in forma grave.
«Non è il momento di tagliare i finanziamenti: servono risorse e accesso umanitario per non interrompere gli interventi salvavita», ha dichiarato Simone Garroni, direttore di Azione Contro la Fame Italia.
Il report raccoglie anche storie dal campo, come quella di Zuwaira Shehu, madre nigeriana che ha perso cinque figli per mancanza di cibo e cure, o la testimonianza di un residente sfollato nel nord di Gaza, che racconta la perdita della propria casa e dei propri cari.
Nel mese di novembre 2025, alla Camera dei Deputati, sarà presentato l’Atlante della Fame in Italia, realizzato con Percorsi di Secondo Welfare e Istat, che analizzerà l’insicurezza alimentare nel nostro Paese: oltre 1,5 milioni di persone hanno vissuto momenti di scarsità di risorse e quasi 5 milioni non hanno accesso a un’alimentazione adeguata.
Dal 16 ottobre al 31 dicembre partirà infine una campagna nazionale con testimonial come Miriam Candurro, Germano Lanzoni e Giorgio Pasotti, diffusa sui principali media, per sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere la mobilitazione di aziende, fondazioni e cittadini contro la fame nel mondo.
Continua a leggereRiduci
Giancarlo Giorgetti (Ansa)