2023-08-25
La Germania corre verso il via libera ai cambi di sesso lampo a ripetizione
A un passo l’approvazione della legge che consente di modificare nome e genere più volte facendo domanda all’anagrafe. Oggi servono perizie e il sì del tribunale. Multe per chi ricorderà l’identità biologica dei trans.Anche la Germania aderisce alla follia del cambio di sesso sulla base del proprio «sentirsi diversi». Il governo federale di Olaf Scholz ha approvato una proposta di legge, presentata dal ministro della Giustizia e da quello della Famiglia, in base alla quale per il cambio di genere basterà fare apposita domanda all’ufficio anagrafico del Comune di residenza e attendere tre mesi. Trascorsi i 90 giorni, sarete quello che vi pare e solo per un anno non potrete cambiare idea. Come dire, porte aperte al gender fluid in continuo movimento. Manca l’approvazione del Bundestag, dove però i tre partiti del governo dispongono della maggioranza dei seggi quindi la legge è cosa fatta. Non serviranno più due perizie psicologiche, in base alle quali il tribunale distrettuale prende la decisione finale, come accade secondo le norme vigenti contenute nella legge sula transessualità del 1980 e che sarebbero un processo «lungo, costoso e umiliante», a detta degli insofferenti verso il sesso biologico. Il ministro della Giustizia, Marco Buschmann (Fdp), sostiene che «ognuno ha diritto al rispetto da parte dello Stato della propria identità di genere». Nell’intervento sull’emittente pubblica Deutsche Welle è stato molto duro: «L’attuale legge molesta le persone transgender. Vogliamo porre fine a questa situazione indegna». Quindi semplificazione al massimo delle procedure. Alle persone transgender, intersessuali e non binarie over 18 basterà fare una dichiarazione in anagrafe del tipo: «Io Maria, sento di essere maschio e voglio essere Mario a tutti gli effetti», per ottenere la modifica del genere sessuale e del proprio nome. Un inno all’autodeterminazione, con una semplice procedura presso l’ufficio dello stato civile, che non rende liberi ma genera nuovi mostri. Se poi qualcuno si permetterà di ricordare che Mario era nato donna, verrà punito con pesanti multe nel caso parli o scriva senza l’autorizzazione nero su bianco dell’interessato. Immaginiamoci le ulteriori restrizioni alle libertà di espressione, quando si tratterà di spiegare che un attore, un regista, un personaggio pubblico era nato secondo natura con un sesso diverso. La legge lascia al bagnino o al preparatore atletico la decisione se una persona trans può entrare nello spogliatoio femminile e su questo punto il partito femminista Die Frauen, le donne, è fortemente critico perché gli uomini potranno essere dichiarati donne «attraverso un atto linguistico».Per i minori di 14 anni, servirà il consenso dei genitori prima di giocare pericolosamente con il gender ma attenzione: nel caso di conflitti tra i «desideri» del bambino e il rifiuto di mamma e papà di ritrovarsi con un figlio di sesso diverso, la questione verrà risolta dal tribunale della famiglia «nel superiore interesse del minore». Facile prevedere, le pressioni che verranno esercitate dalle associazioni Lgbt perché i bambini non si sentano «repressi» nell’autodeterminazione. Ai genitori dovrebbe essere data la possibilità di scrivere «genitore», invece di padre o madre sui certificati di nascita dei loro figli. «Temiamo che i giovani durante la pubertà possano prendere decisioni affrettate sulla modifica del sesso», ha dichiarato Silvia Breher, portavoce per le politiche familiari del gruppo parlamentare Cdu/Csu, molto critica anche per l’indifferenza della «coalizione semaforo nei confronti delle preoccupazioni manifestate da psichiatri infantili e dell’adolescenza». Come quelle espresse un anno fa da tre sociologi, uno psichiatra infantile e un biologo in un articolo uscito su Die Welt e che puntava il dito contro le emittenti pubbliche tedesche raggruppate in seno a Ard e Zdf che «indottrinano i nostri bambini». Gli autori aveva analizzato un corposo numero di trasmissioni, evidenziando come venivano messe in discussione le evidenze scientifiche sull’essere o maschio o femmina. Dichiaravano che nelle trasmissioni «è stato costantemente negato il fatto che esistono solo due sessi [...] Ci siamo chiesti: come è possibile? Perché i fatti biologici vengono ignorati? Perché i bambini vengono indottrinati?». Nel dossier di 50 pagine denunciavano: «La “via verso il corpo giusto” viene descritta come un passo molto semplice. Si tratta dell’uso di bloccanti della pubertà, della somministrazione di ormoni sessuali opposti e della rimozione chirurgica del pene, del seno e dell’utero. Tuttavia, le conseguenze mentalmente e fisicamente gravi e irreversibili di tali misure non vengono affatto descritte o, nella migliore delle ipotesi, vengono menzionate solo di sfuggita». Le proteste del mondo Lgbt per quel dossier furono durissime, e ancor più rapida l’accelerata verso l’approvazione dell’autodeterminazione all’anagrafe. Unica nota sensata di questa folle proposta di legge definita «un grande momento» dal ministro della Famiglia, Lisa Paus (Verdi), è «che nessuno possa sottrarsi a un’azione penale cambiando la propria attribuzione di sesso e il proprio nome», e che la polizia avrà sempre la tracciabilità della modifica anagrafica.
Renato Mazzoncini, ad di A2a (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara (Ansa)