Giuseppe Conte (Ansa)
Per spiegare che cosa ha detto Giuseppe Conte ieri in Senato credo che non ci sia nulla di meglio di una vecchia canzone di Mina: «Parole, parole, parole». A differenza della tigre di Cremona, il volpone di Volturara Appula con le sue parole non ci ha però trasmesso alcuna emozione, perché il suo discorso in giuridichese ci è parso scontato. Il principe del cavillo, l'esperto di diritto e di rovescio (tanto da riuscire a fare il premier di una maggioranza ma anche di quella contraria), ha confermato ancora una volta di essere un campione del nulla, capace di parlare a lungo senza dire niente di significativo, soprattutto senza prendere un impegno preciso con il Paese nell'«ora più buia» (la citazione è sua, perché il premier si sente un po' Winston Churchill, al quale lo accomuna la pochette).
Giuseppe Conte (Ansa)
- Ieri mattina il premier online parla di esigenze diverse in ogni regione. Poi nel pomeriggio in Parlamento annuncia «omogeneità» in tutta Italia. Il decreto aprile ancora non si vede, ma lui promette 50 miliardi.
- Duro attacco di Giorgia Meloni. Il Carroccio: «Nemmeno una parola chiara sugli aiuti a cittadini e imprese. Bocciata ogni nostra proposta». Più morbida Forza Italia.