Malika Chalhy (Ansa)
La giovane, che accusò la famiglia islamica di averla cacciata, ha raccolto donazioni per oltre 140.000 euro. Per «ricostruirsi una vita» è partita da «uno sfizio». E sulla beneficenza tira in ballo la Boldrini, che smentisce.
«Per Monica Cirinnà l'omosessualità è un lavoro da portare a termine. Così ieri sera, ossessionata dal suo ruolo e dalla smania militante, è caduta nell'ennesimo epic fail dopo la vittoria delle Azzurre sulla Cina per 2-0 ai mondiali di calcio femminili» hanno denunciato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente del Congresso mondiale delle famiglie e di Pro Vita e Famiglia con tanto di prove a sostegno.
«La senatrice dem ha preso un grande abbaglio condividendo sul suo profilo Facebook la foto di Aurora Galli, che è la centrocampista della Nazionale Italiana, che bacia una donna con tanto di arcobaleno accanto e hashtag inneggiante #lovewins. Ma a nulla sono valsi i numerosi commenti che riportavano alla realtà ('quello messaggio è per la sorella e il fratello'), perché il suo post è ancora là» hanno proseguito i due organizzatori del Congresso mondiale delle famiglie.
«Ma la gaffe non finisce qui» - sottolineano - «perché la foto addirittura risale alla vittoria delle Azzurre contro la Giamaica e la stessa Galli scrisse una dedica d'affetto alla sua familiare postandola su Instagram». «Ma quale coming out» - hanno concluso Brandi e Coghe - «ma quale arcobaleno mondiale? Lasci in pace le ragazze della nazionale di calcio e non rincorra i loro gusti sessuali, piuttosto festeggi e basta. Assurdo ricondurre tutto alla sua attività politica legata alle lobby Lgbt anche quando non c'entra nulla. Vergognoso utilizzare un evento sportivo che unisce tutti gli italiani per fare una becera propaganda ideologica basata pure su una fake news».
In una scuola inglese si educano i bambini di sei anni raccontando loro fiabe gay per poi fargli scrivere delle lettere d'amore. Negli Stati uniti invitano i drag queen nelle biblioteche e nelle ludoteche pubbliche per leggere favole e intrattenere i bambini: «C'era una volta un mondo arcobaleno dove le donne si innamoravano delle donne e gli uomini degli uomini».
Visitiamo il sito di una scuola inglese, la Bewsay Lodge, a Worrington, tra Manchester e Liverpool http://www.bewseylodge.co.uk/learn_more/british_values_smsc/:) si presenta come una scuola che insegna «Pshe, British values, SMSC & LGBT+». Cioè: educazione personale, sociale e alla salute (Pshe, Personal, social and health education), valori britannici, sviluppo spirituale, morale, sociale e culturale, (Smsc, Spiritual, moral, social and cultural development), & Lgbt, lesbiche, gay, bisessuali, transgender +.
Il + sta per le svariate decine di altri generi esistenti. Alcuni ne contano 74, altri dicono che è impossibile elencarli tutti. Riportiamo alcuni esempi: pansessuali, polisessuali, poliamorosi, asessuali, skoliosessuali (attratti da tutti meno che dai cisgender, cioè quelli che un tempo si consideravano normali), transessuali, intersessuali, androgini, due-spiriti, fluidi, queer (cioè strani), agender, indecisi (questioning). Ci sembra opportuno specificarne almeno un po', visto che si tratta di materie che rientrano nel curricolo scolastico dei bambini che frequentano la scuola. Ah, già, dimenticavo: si tratta di una scuola elementare.
La Bewsay Lodge è stata presa a modello, dalla Bbc che ha illustrato in un suo servizio come si fa tutto questo bel popò di educazione: si prende un bambino di sei anni, prima gli si racconta una fiaba gay e poi gli si fa scrivere una bella lettera d'amore: «Voi siete il principe Henry» - dice la maestra - «e dovete scrivere una lettera al vostro servitore chiedendogli di sposarlo».
Inutile dire che la Bewsay Lodge ha vinto un premio, una medaglia d'oro: “Educate and Celebrate" Best Practice Gold. Inutile dire che le uniformi della scuola, come quelle di molte altre scuole inglesi, sono unisex.
Intanto, però, pochi giorni fa il ministro delle Pari Opportunità di Sua Maestà, Penny Mordaunt, ha avviato un'indagine per capire il motivo per cui, secondo il ministero della Salute, rispetto a dieci anni fa, si è registrato un aumento del 4.400 % dei bambini e adolescenti che vogliono cambiare sesso. Chissà perché.
Un giorno si chiederanno anche perché forse sarà aumentato il numero delle prostitute tra le giovani studentesse inglesi. Allora gli ricorderemo che durante l'orientamento universitario, lo scorso mese, il Swop (Sex workers outreach project), in Sussex ha allestito uno stand alla Brighton University e alla Sussex University, offrendo preservativi e consigli sulla salute sessuale a potenziali “sex workers" tra gli studenti.
Ci riserviamo di approfondire la questione in un'altra sede. Ora torniamo all'educazione dei bambini. I lettori diranno che gli esempi che vengono dall'Inghilterra sono comunque lontani. Ci hanno detto la stessa cosa quando denunciavamo la moda americana di invitare i drag queen (“i" non “le", anche se è politicamente molto scorretto, perché sono maschi) nelle biblioteche e nelle ludoteche pubbliche a leggere fiabe e a intrattenere i bambini. Lì si vantano, addirittura, di avere tra le soubrette un drag queen bambino, Lactatia. Ebbene, al gay pride di Palermo e di Milano, La Repubblica con sussiego ci ha informato che già ci sono stati spazi dedicati ai piccoli in cui adulti travestiti ingioiellati e imbellettati hanno raccontato le fiabe ai bambini: «C'era una volta un mondo arcobaleno dove le donne si innamoravano delle donne e gli uomini degli uomini».
E l'America è ben più lontana dell'Inghilterra.