La somma è importante, e certo sarà difficile capirne l'urgenza nel bel mezzo di una guerra in Europa, con imprese italiane e cittadini che soffrono la crisi energetica che ne è derivata e il Pnrr che sta mostrando tutti i suoi limiti e lentezze. Ma evidentemente anche per il governo di Mario Draghi è importante in questo momento pensare alle relazioni affettive dei detenuti. Ed è un pensiero costoso a luci rosse.
Perché l'ok che si sta dando è a un provvedimento che punta già nel 2022 a porre un prefabbricato (tipo quelli in cui vivono ancora i terremotati del centro Italia) all'interno di una casa circondariale in ogni regione, ristrutturando rapidamente ove già esistano alcuni fabbricati trasformabili in appartamento. Venti casette dell'amore entro fine anno, perché questa sarà la loro funzione: ospitare detenuti in regime di carcerazione duro e che quindi non possano godere di permessi premio, fino a un massimo di 24 ore consecutive al mese per fare sesso con la propria consorte, fidanzata, amante (anche per quella sola notte) ammessa per questo motivo alla visita nella casa circondariale.
Con tutto il rispetto per le relazioni familiari stabili e la loro esigenza di carnalità, più che una casetta in ogni carcere dunque arriverà qualcosa di più simile a un casino, perché la sua funzione principale era proprio quella esercitata nelle case chiuse prima della legge Merlin. Nel «modulo abitativo» (così viene definito dal ministero Giustizia) infatti potranno esserci in contemporanea tre detenuti con la propria o il proprio partner.
Il costo 2022 dell'operazione è 3,6 milioni di euro nel 2022 cui però si aggiungeranno altri 24,7 milioni di euro in un biennio per pagare 100 casette nuove e ristrutturare allo scopo altri 90 fabbricati esistenti in tutte le altre 190 carceri italiane. Nella relazione tecnica il governo scrive che «nell'ambito del panorama italiano lo strumento attraverso il quale meglio si realizza la soddisfazione dei bisogni affettivi e sessuali del detenuto è attualmente ancora quello del permesso premio, di cui all’art. 30 ter O.P., che la legge prevede anche al fine di coltivare interessi affettivi.
Tale beneficio, tuttavia, non costituisce una soluzione al problema, non essendo fruibile dalla generalità dei detenuti: esso infatti è riservato ai soli condannati che si trovino nelle condizioni descritte dalla legge». Il testo che ora si sblocca dunque innova e ha come suo fine «garantire l’esercizio del diritto all’affettività e alla sessualità dei soggetti in stato di detenzione conformandosi agli indirizzi europei richiamati (…) indirizzi che trovano nel dettato costituzionale riconoscimento e forza nel riferimento al diritto alla salute e al suo mantenimento garantito dall’articolo 32 della Costituzione, considerando che la salute psico-fisica viene compromessa da forzati e prolungati periodi di astinenza sessuale».
Per risolvere questa astinenza dunque si procede con la costruzione dei “casini” dell'amore, e via con i 28,3 miliardi che sbloccano ora un testo all'esame del parlamento su corsie preferenziali, ma che porta la firma del consiglio regionale della Toscana dove fu approvato fra lunghe battaglie del centrodestra dal solo Pd che da quelle parti però ha la maggioranza assoluta.