5 stelle pd

Conte spolpa il Pd di Letta e guida l’opposizione
Maurizio Landini e Giuseppe Conte (Imagoeconomica)

Una decina di giorni prima delle elezioni del 25 settembre scrivemmo su questo giornale che Giuseppe Conte si apprestava a lanciare un’Opa sul Pd, cioè a conquistarlo per poi annetterlo, trasformandolo dunque in una succursale grillina. L’idea che il Movimento 5 stelle fosse in grado di sconfiggere il maggior partito della sinistra, arrivando al punto di scalarlo con un’operazione ostile, sembrò a molti una fantasia priva di fondamento. Anzi, una sparata pre elettorale, destinata a spegnersi subito dopo il voto, appena toccata con mano la sconfitta cui andava incontro l’avvocato di Volturara Appula.

Mezzo Pd rivuole allearsi con Conte. Letta fa muro e minaccia dimissioni
Imagoeconomica
Cresce il pressing interno sul segretario per l’asse con il M5s ed evitare la débâcle. Lui non cede: meglio andarsene che l’alleanza. Ma la strategia kamikaze fa infuriare i dem: l’ipotesi siluramento circola già.
Letta in pellegrinaggio dal premier. Il campo largo non è ancora morto
Enrico Letta (Ansa)
Il segretario del Pd torna da Supermario per farlo restare e fa arrabbiare la destra. Mentre Simona Malpezzi svela le carte: «Vogliamo evitare le elezioni». L’illusione è quella di ricostruire l’asse con il leader pentastellato.
Salta il trucco dei pasdaran di Draghi per trascinare avanti l’esecutivo
Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico (Ansa)
  • Il capogruppo grillino Davide Crippa tenta di far votare prima la fiducia alla Camera seguendo Pd e renziani, ma Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati lo bloccano: si parte dal Senato. Il teatrino non convince il premier. Sergio Mattarella pessimista.
  • La crisi del Movimento investe le partecipate in cui Giuseppe Conte ha strappato posizioni chiave. Ad esempio Consap, dove Riccardo Fraccaro ha imposto Vincenzo Sanasi D’Arpe come numero uno.

Lo speciale contiene due articoli.

Manovre da asilo per ingabbiare Draghi
Mario Draghi (Ansa)
Il grande piano del Pd per non perdere il potere si riduce a trasformare il M5s in un’orda di Scilipoti pronti a puntellare la stabilità. Salta il giochetto puerile di votare prima alla Camera (dove Giuseppe Conte ha meno uomini) che al Senato. Manifestazioni «spontanee» per implorare il premier di fare marcia indietro. Lui torna dall’Africa e tace. Modesto consiglio: non si affidi più a dem e grillini.
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