Ansa
Se il primo giugno dello scorso anno Matteo Salvini non avesse accettato di fare un governo con Luigi Di Maio, lasciando la poltrona di premier al professor Giuseppe Conte, oggi a Palazzo Chigi avremmo un presidente del Consiglio nominato da Bruxelles e agli ordini della Bce, del Fondo monetario e delle principali cancellerie europee. Oppure, nella migliore delle ipotesi (o peggiore, decidete voi), avremmo una maggioranza composta dal Movimento 5 stelle e dal Pd, magari con un ministro degli Esteri di nome Matteo Renzi o, peggio, con il Bullo che con il sostegno dei grillini aspirerebbe ad avere una qualche seggiola in Europa, così da poter continuare a sentirsi uno statista di respiro internazionale.