Ufficiale: ci prendono in giro

Ufficiale: ci prendono in giro
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Si riparte con Astrazeneca. L'Ema ieri ha dato il via libera al vaccino che «è sicuro, efficace e i benefici sono superiori ai rischi, ha detto la direttrice dell'Agenzia europea, Emer Cooke. Il comitato sulla sicurezza (Prac) ha esaminato gli eventi tromboembolici ed è giunto infatti a «una chiara conclusione scientifica»: i casi di trombosi dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca «sono inferiori» a quelli che avvengono tra la popolazione non vaccinata, ha spiegato Sabien Straus, presidente del Prac. Il comitato non ha trovato «prova di problemi di qualità o sui lotti». Il foglietto illustrativo del vaccino Astrazeneca sarà comunque aggiornato perché «ci sono ancora alcune incertezze, abbiamo visto alcuni casi molto rari» ed abbiamo «raccomandato di aggiungere un'avvertenza, in modo che questa informazione sia resa nota ai medici e al pubblico», ha spiegato la Strauss. La palla dell'Ema è quindi passata ai singoli Stati e alle autorità di farmacovigilanza nazionali. Che nei giorni scorsi avevano autonomamente innescato le sospensioni andando dietro alla Germania nonostante la stessa Ema avesse subito invitato a non fermare la macchina delle somministrazioni in assenza di evidenze.

Poco dopo le 20 di ieri sera i tedeschi hanno fatto marcia indietro: «Il nostro obiettivo è che già durante la giornata di domani (cioè oggi, ndr) si possa ricominciare a vaccinare con Astrazeneca» in Germani«, ha detto il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn. Continuando però a definire «giusta» la decisione di sospendere temporaneamente presa dall'istituto Ehrlich. Dal quale, lunedì, è partito lo stop a Astrazeneca cui si sono allineati anche gli altri Stati perdendo giorni preziosi per una campagna vaccinale che ancora stenta a decollare. Compresa l'Italia dove si ripartirà con le iniezioni oggi pomeriggio. «Non appena il Comitato per i farmaci ad uso umano (Chmp) rilascerà il proprio parere, Aifa procederà a revocare il divieto d'uso del vaccino Astrazeneca, consentendo così una completa ripresa della campagna vaccinale a partire dalle 15», si legge in una nota dell'Agenzia nazionale del farmaco. Per il premier Mario Draghi «la priorità del governo rimane quella di realizzare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile», ha detto ieri dopo aver accolto «con soddisfazione» il pronunciamento dell'Ema. Anche in Francia le somministrazioni riprenderanno oggi pomeriggio e sempre oggi con Az si farà vaccinare anche il premier francese, Jean Castex. Lo stesso farà in Inghilterra Boris Johnson. Che ieri ha intanto messo a segno un punto importante nella guerra con la Commissione Ue. Bruxelles invierà comunque una lettera formale al gruppo anglosvedese per «avviare un dialogo a livello di responsabili esecutivi delle due parti nell'ambito della procedura per la soluzione delle controversie prevista dal contratto», ha detto ieri un portavoce. Segno che Ursula von Der Leyen non intende cambiare linea.

Eppure, mentre l'Europa tenta di uscire dal pantano creato dalla stessa Bruxelles e dai panzer tedeschi su Astrazeneca (tranne Norvegia e Svezia, che hanno rinviato la decisione alla prossima settimana), sul fronte della geopolitica dei vaccini ieri si sono mossi anche i carrarmati di Joe Biden al grido di «prima i messicani e i canadesi». La Casa Bianca ha infatti deciso di inviare 1,5 milioni di dosi al Canada e 2,5 milioni al Messico. L'accordo, però, è sotto forma di prestito: i due Paesi dovrebbero restituire più avanti i vaccini ricevuti. Astrazeneca, peraltro, non è ancora stato approvato dalla Fda americana che ha chiesto al gruppo anglosvedese di ripetere negli Usa la fase Tre della sperimentazione (è attesa a fine mese). Finora gli Usa hanno acquistato 300 milioni di dosi di Astrazeneca. Ma sono già completamente autonomi e sul proprio territorio nazionale gestiscono l'intera filiera che va dalla produzione di lipidi, dei vettori virali, dei principi attivi fino all'infialamento. In poche parole, Biden può usare la leva di forza in Europa, ma anche in altre parti del mondo. Questo anche perché Bruxelles non ha giocato di anticipo e non ha saputo applicare il concetto di sicurezza nazionale a una pandemia. Non l'ha fatto perché l'Ue non è una nazione e non ha afferrato un concetto: se ci si avvia a una guerra, bisogna avere le armi per vincerla.

Sempre ieri, intanto, il governo indiano ha bloccato la spedizione verso il Regno Unito di 4 milioni di dosi del vaccino Astrazeneca. Come conseguenza della decisione gli over 50 dovranno aspettare almeno fino a maggio per poter ricevere la somministrazione del vaccino. Il governo di Narendra Modi vuole utilizzare le dosi prodotte in India dal Serum institute sulla popolazione locale in vista di una seconda ondata di contagi. Alle ultime mosse del risiko dei vaccini va infine aggiunta l'Australia che ha chiesto ad Astrazeneca e all'Unione europea l'accesso d'emergenza a un milione di dosi del vaccino che ha acquistato per consegnarle nella vicina Papua Nuova Guinea, percorsa da un'ondata di contagi da Covid-19. Il governo di Canberra qualche settimana fa si è visto bloccare dall'Italia la consegna di 250.000 dosi Astrazeneca con il placet di Bruxelles che non si è opposta allo stop.

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